martedì 21 agosto 2012

Se è tutto ciò... è Vero Amore.


Un giorno un vecchio mi disse:
"Quando incontri qualcuno, e questo qualcuno ti fa fermare il cuore per alcuni secondi: fai attenzione, questo qualcuno potrebbe essere la persona più importante della tua vita.

Se gli occhi si incrociano e in quel momento c'è la stessa luce intensa tra loro: stai allerta, può essere la persona che stai aspettando dal giorno che sei nato.

Se il tocco delle labbra è stato intenso, se il bacio è stato appassionante e gli occhi si sono riempiti di acqua in quel momento: rifletti, c'è qualcosa di magico tra voi.

Se il primo e l'ultimo pensiero del giorno è per quella persona, se il desiderio di stare insieme arriva a stringerti il cuore: ringrazia Dio, ti ha mandato un dono divino...l'amore.

Se un giorno doveste chiedere perdono l'uno a l'altro per qualche motivo e in cambio ricevere un abbraccio, un sorriso, una carezza fra i capelli e i gesti varranno più di mille parole: arrenditi, voi siete fatti l'uno per l'altro.

Se per qualche motivo lei fosse triste, se la vita le avesse inflitto un colpo e tu sarai lì a soffrire il suo dolore, a piangere le sue lacrime e asciugarle con affetto: che cosa meravigliosa!
Lei potrà contare su di te in qualsiasi momento della vita.

Se riesci col pensiero a sentire l'odore della persona come se si trovasse al tuo fianco, e se la trovi meravigliosamente bella anche quando indossa un vecchio pigiama, ciabatte e ha i capelli arruffati...
Se non riesci a lavorare per tutto il giorno, emozionato per l'appuntamento che avete...
Se non riesci ad immaginare in nessun modo un futuro senza quella persona...
Se hai la certezza che la vedrai invecchiare e, anche così, sei convinto che continueresti ad essere pazzo per lei...
Se preferiresti morire prima di vedere l'altra andarsene...

...allora vuol dire che IL VERO AMORE è entrato nella tua vita! E' un dono!"

(Carlos Drummond de Andrade)

lunedì 20 agosto 2012

Le 8 regole di vita per raggiungere l'Illuminazione:



1. Giusta conoscenza::: è la consapevolezza della non-permanenza di tutti i fenomeni fisici esterni e di tutti i componenti della propria personalità;

2. Giusti obbiettivi::: L’obiettivo immediato è quello di vivere la verità che si è raggiunta, quello finale è la liberazione dai limiti della personalità e dalla sofferenza;

3. Giusta parola::: sia veritiera, onesta, cortese ed opportuna;

4. Giusta condotta::: sia pacifica, benevola e volta all’altruismo;

5. Giusti mezzi di vita::: Occorre esercitare un’occupazione che non rechi danno ad alcun essere vivente, questo aiuta a riconoscere l’unicità della vita;

6. Giusto sforzo::: lo sforzo continuo di riuscire a controllare pensieri e azioni negative, distruggerà tutto quello che è dannoso;

7. Giusta attenzione::: osservazione acuta della vita, dei pensieri sia personali che altrui, degli atti, delle intenzioni e delle loro cause;

8. Giusta concentrazione::: pensa ad un oggetto o a un'idea per volta, con esclusione di tutti gli altri, serve per ottenere la conoscenza suprema, non per se stessi, ma per tutti e beneficio gli esseri viventi. 


lunedì 16 luglio 2012

La Fiera dell'Artigianato


Un maestro spirituale che predicava continuamente l’importanza di staccarsi dalle cose materiali, venne invitato assieme ai suoi discepoli ad una fiera dell’artigianato, con oggetti provenienti da tutti i continenti.

Entrato nel primo padiglione, il maestro ci rimase il triplo del tempo impiegato dagli altri per guardare gli oggetti esposti.

Stupiti, i discepoli tornarono indietro per capire perché ci mettesse tanto, e lo trovarono che ammirava incantato tutti gli oggetti esposti, uno per uno.

“Maestro”, dissero i discepoli, “tu che parli tanto di spiritualità e di distacco, come mai ti sei fermato tanto davanti a questi oggetti?”.

Sorridendo, il maestro li guardò negli occhi e rispose:
“Cari discepoli, avete ragione. Il fatto è che sono veramente stupefatto dal vedere la quantità di cose materiali che non mi servono per essere felice”.


(Jaime Jaramillo, Ti amo ma sono felice anche senza di te)

domenica 18 marzo 2012

L'Eco




Un ragazzino e suo padre passeggiavano tra le montagne.
All'improvviso il ragazzino inciampò, cadde e facendosi male urlò: "AAAAHHHHHHH".
Con suo grande stupore, il bimbo sentì una voce venire dalle montagne che ripeteva: "AAAAAHHHHHHH".

Con curiosità egli chiese: "Chi sei tu?" - e ricevette la risposta: "Chi sei tu?".
Dopo il ragazzino urlò: "Io ti sento, chi sei?"; e la voce rispose: "Io ti sento chi sei?".
Infuriato da quella risposta egli urlo': "Codardo!", e ricevette la risposta: "Codardo!".

Allora il bimbo guardò suo padre e gli chiese: "Papà che succede?".
Il padre gli sorrise e rispose: "Figlio mio, ora stai attento".
Subito dopo l'uomo gridò: "Tu sei un campione", La voce ripose: "Tu sei un campione!".
Il figlio era sorpreso ma nn capiva.

Allora il padre gli spiegò: "La gente chiama questo fenomeno ECO, ma in realtà è VITA. La vita, come un eco, non è altro che il riflesso delle nostre azioni.
Se tu desideri più amore nel mondo devi creare più amore nel tuo cuore.
Se vuoi che la gente ti rispetti, devi tu rispettare gli altri per primo.
Questo principio va applicato in ogni cosa, in ogni aspetto della vita, la vita ti restituisce ciò che tu hai dato ad essa.
La nostra vita non è un insieme di coincidenze, è lo specchio di noi stessi". 


lunedì 23 gennaio 2012

Inno alla Vita


La vita è un'opportunità, coglila.
La vita è bellezza, ammirala.
La vita è beatitudine, assaporala.
La vita è un sogno, fanne realtà.

La vita è una sfida, affrontala.
La vita è un dovere, compilo.
La vita è un gioco, giocalo.
La vita è preziosa, abbine cura.

La vita è ricchezza, valorizzala.
La vita è amore, vivilo.
La vita è un mistero, scoprilo.
La vita è promessa, adempila.

La vita è tristezza, superala.
La via è un inno, cantalo.
La vita è una lotta, accettala.
La vita è un'avventura, rischiala.

La vita è la vita, difendila.

(Madre Teresa di Calcutta)

giovedì 19 gennaio 2012

Accetta il Consiglio... Per Questa Volta


Goditi potere e bellezza della tua gioventù. Non ci pensare.
Il potere di bellezza e gioventù lo capirai solo una volta appassite.
Ma credimi tra vent'anni guarderai quelle tue vecchie foto.
E in un modo che non puoi immaginare adesso.
Quante possibilità avevi di fronte e che aspetto magnifico avevi!
Non eri per niente grasso come ti sembrava.

Non preoccuparti del futuro.
Oppure preoccupati, ma sapendo che questo ti aiuta quanto masticare un chewing-gum per risolvere un'equazione algebrica.
I veri problemi della vita saranno sicuramente cose che non t'erano mai passate per la mente.
Di quelle che ti pigliano di sorpresa alle quattro di un pigro martedì pomeriggio.

Fa' una cosa, ogni giorno che sei spaventato... canta.

Non esser crudele col cuore degli altri.
Non tollerare la gente che è crudele col tuo.

Lavati i denti. Non perder tempo con l'invidia.
A volte sei in testa. A volte resti indietro.
La corsa è lunga e alla fine è solo con te stesso.

Ricorda i complimenti che ricevi, scordati gli insulti.
Se ci riesci veramente dimmi come si fa.

Conserva tutte le vecchie lettere d'amore, butta i vecchi estratti conto.
Rilassati.
Non sentirti in colpa se non sai cosa vuoi fare della tua vita.
Le persone più interessanti che conosco, a ventidue anni non sapevano che fare della loro vita.
I quarantenni più interessanti che conosco ancora non lo sanno.

Prendi molto calcio.
Sii gentile con le tue ginocchia, quando saranno partite ti mancheranno.
Forse ti sposerai o forse no.
Forse avrai figli o forse no.
Forse divorzierai a quarant'anni.
Forse ballerai con lei al settantacinquesimo anniversario di matrimonio.
Comunque vada, non congratularti troppo con te stesso, ma non rimproverarti neanche.
Le tue scelte sono scommesse. Come quelle di chiunque altro.

Goditi il tuo corpo. Usalo in tutti i modi che puoi.
Senza paura e senza temere quel che pensa la gente.
E' il più grande strumento che potrai mai avere.

Balla. Anche se il solo posto che hai per farlo è il tuo soggiorno.
Leggi le istruzioni, anche se poi non le seguirai.
Non leggere le riviste di bellezza. Ti faranno solo sentire orrendo.
Cerca di conoscere i tuoi genitori. Non puoi sapere quando se ne andranno per sempre.
Tratta bene i tuoi fratelli. Sono il migliore legame con il passato e quelli che più probabilmente avranno cura di te in futuro.
Renditi conto che gli amici vanno e vengono. Ma alcuni, i più preziosi, rimarranno.
Datti da fare per colmare le distanze geografiche e di stili di vita, perché più diventi vecchio, più hai bisogno delle persone che conoscevi da giovane.

Vivi a New York per un po', ma lasciala prima che ti indurisca.
Vivi anche in California per un po', ma lasciala prima che ti rammollisca.

Non fare pasticci coi capelli, se no quando avrai quarant'anni sembreranno di un 85nne.

Sii cauto nell'accettare consigli, mal sii paziente con chi li dispensa.
I consigli sono una forma di nostalgia.
Dispensarli è un modo di ripescare il passato dal dimenticatoio, ripulirlo, passare la vernice sulle parti più brutte e riciclarlo per più di quel che valga.
Ma accetta il consiglio... per questa volta.


(tratto dal film: The Big Kahuna)

martedì 17 gennaio 2012

L'Elefante Incatenato


Quando ero piccola andavo al circo soprattutto perché mi piacevano gli animali. Ad attirarmi era in particolar modo l’elefante, perchè durante lo spettacolo quel bestione faceva sfoggio di un peso, di una dimensione e di una forza davvero fuori dal comune.

A colpirmi tuttavia era anche il fatto che dopo il suo numero, e fino a un momento prima di entrare in scena, l’elefante era sempre legato a un paletto conficcato nel suolo, con una catena che gli imprigionava una delle zampe.

Eppure il paletto era un minuscolo pezzo di legno piantato nel soltanto per pochi centimetri. E anche se la catena era grossa e forte, mi pareva ovvio che un animale in grado di sradicare un albero potesse liberarsi facilmente di quel paletto e fuggire.

Era davvero un bel mistero...

Che cosa lo teneva legato allora?
Perché non scappava?

Fu solo quando crebbi ed ebbi la fortuna di imbattermi in chi riuscì finalmente a dare una risposta a queste mie domande, che scoprii questo: l’elefante del circo, nonostante la sua forza e le sue monumentali dimensioni, non scappa perché è stato legato a un paletto simile quando era molto molto piccolo...

Chiusi gli occhi e immaginai l’elefantino indifeso appena nato, legato al paletto. Immaginavo che in quel momento l’elefantino provasse con tutte le sue poche forze a spingere, a tirare, nel tentativo di liberarsi, ma che nonostante gli sforzi non ci riuscisse perché quel paletto era troppo saldo per lui.
Lo vedevo addormentarsi sfinito e il giorno dopo provarci di nuovo, e così il giorno dopo e quello dopo ancora…
Finchè un giorno, un giorno terribile per la sua storia, l’animale accettò l’impotenza rassegnandosi al proprio destino...

E’ dunque questa la conclusione di questa triste storia: l’elefante enorme e possente che vediamo al circo non scappa perché, poveretto, crede di non poterlo fare.
Reca impresso il ricordo dell’impotenza sperimentata subito dopo la nascita.
E il brutto è che non è mai più ritornato seriamente su quel ricordo. E non ha mai più messo alla prova la sua forza, mai più...



Anche noi esseri umani abbiamo i nostri paletti che ci tengono imprigionati...

Anche noi siamo un po’ tutti come l’elefante del circo: andiamo in giro inconsapevoli, incatenati a centinaia di paletti che ci tolgono la libertà.
Viviamo pensando che “non possiamo” fare una serie di cose semplicemente perché una volta, quando eravamo piccoli o nelle nostre esperienze passate di adulti, ci abbiamo provato e abbiamo fallito, oppure perché, qualcuno ci ha detto e ripetuto che non saremmo stati in grado di farlo.
Allora abbiamo fatto come l’elefante, abbiamo inciso nella memoria questo messaggio: non posso, non posso e non potrò mai!

Siamo cresciuti portandoci dietro questo messaggio che ci siamo trasmessi da soli, perciò non proviamo più a liberarci del paletto.
Quando a volte sentiamo la stretta dei ceppi e facciamo cigolare le catene, guardiamo con la coda dell’occhio il paletto e pensiamo: “non posso e non potrò mai…”

Viviamo condizionati dal ricordo di qualcosa accaduta durante la nostra infanzia o nel nostro passato, nonostante oggi non esista più...

Cosa sono dunque questi paletti che ci tolgono la libertà?

Questi paletti sono le nostre credenze o convinzioni limitanti che non ci permettono di accedere alle nostre risorse interiori imprigionandoci in limiti che noi stessi abbiamo creato.


(Chiara Svegliado)

sabato 7 gennaio 2012

Aiutare a Vincere


Aiutare gli altri a vincere, questa è la cosa più importante.

Qualche anno fa, alle paraolimpiadi di Seattle, nove atleti, tutti mentalmente o fisicamente disabili erano pronti sulla linea di partenza dei 100 metri.
Allo sparo della pistola, iniziarono la gara, non tutti correndo, ma con la voglia di arrivare e vincere.

Mentre correvano, un piccolo ragazzino cadde sull'asfalto, fece un paio di capriole e cominciò a piangere.
Gli altri otto sentirono il ragazzino piangere.
Rallentarono e guardarono indietro.
Si fermarono e tornarono indietro, ciascuno di loro.

Una ragazza con la sindrome di Down si sedette accanto a lui e cominciò a baciarlo e a dire: "Adesso stai meglio?"

Allora, tutti e nove si abbracciarono e camminarono verso la linea del traguardo.
Tutti nello stadio si alzarono, e gli applausi andarono avanti per parecchi minuti.
Persone che erano presenti raccontano ancora la storia. Perché?

Perché dentro di noi sappiamo che la cosa importante nella vita va oltre il vincere per se stessi.

La cosa importante in questa vita è aiutare gli altri vincere, e cambiare la nostra corsa. 

mercoledì 4 gennaio 2012

Paradosso dei Tempi Moderni


Il paradosso del nostro tempo nella storia è che
abbiamo edifici sempre più alti, ma moralità più basse,
autostrade sempre più larghe, ma orizzonti più ristretti.

Spendiamo di più, ma abbiamo meno,
comperiamo di più, ma godiamo meno.
Abbiamo case più grandi e famiglie più piccole,
più comodità, ma meno tempo.

Abbiamo più istruzione, ma meno buon senso,
più conoscenza, ma meno giudizio,
più esperti, e ancor più problemi,
più medicine, ma meno benessere.

Beviamo troppo, fumiamo troppo,
spendiamo senza ritegno, ridiamo troppo poco,
guidiamo troppo veloci, ci arrabbiamo troppo,
facciamo le ore piccole, ci alziamo stanchi,
vediamo troppa TV, e preghiamo di rado.

Abbiamo moltiplicato le nostre proprietà,
ma ridotto i nostri valori.
Amiamo troppo poco
e odiamo troppo spesso.
Abbiamo imparato come guadagnarci da vivere,
ma non come vivere.
Abbiamo aggiunto anni alla vita,
ma non vita agli anni.

Siamo andati e tornati dalla luna,
ma non riusciamo ad attraversare la strada
per incontrare un nuovo vicino di casa.

Abbiamo conquistato lo spazio esterno, ma non lo spazio interno.
Abbiamo creato cose più grandi, ma non migliori.
Abbiamo pulito l'aria, ma inquinato l'anima.
Abbiamo dominato l'atomo, ma non i pregiudizi.

Scriviamo di più, ma impariamo meno.
Pianifichiamo di più, ma realizziamo meno.
Abbiamo imparato a sbrigarci, ma non ad aspettare.
Costruiamo computers più grandi per contenere più informazioni,
per produrre più copie che mai, ma comunichiamo sempre meno.

Questi sono i tempi dei fast food e della digestione lenta,
grandi uomini e piccoli caratteri,
ricchi profitti e povere relazioni.

Questi sono i tempi di due redditi e più divorzi,
case più belle ma famiglie distrutte.
Questi sono i tempi dei viaggi veloci,
dei pannolini usa e getta,
della moralità a perdere,
delle relazioni di una notte,
dei corpi sovrappeso
e delle pillole che possono farti fare di tutto,
dal rallegrarti, al calmarti, all'ucciderti.

È un tempo in cui ci sono tante cose in vetrina
e niente in magazzino.


RICORDA SEMPRE:
la vita non si misura da quanti respiri facciamo,
ma dai momenti che ci tolgono il respiro.