venerdì 29 marzo 2013

La Banconota



Paolo, con la faccia triste e abbattuta si ritrovò con la sua amica Carla in un bar a prendere un caffè.
Depresso, scaricò su di lei tutte le sue preoccupazioni...
e il lavoro...e i soldi... e i rapporti con la sua ragazza....
Tutto sembrava andar male nella sua vita.

Carla introdusse la mano nella borsa, prese una banconota da 50 euro e gli disse:
- Vuoi questa banconota?
Paolo, un pò confuso all'inizio le rispose:
- Certo Carla, sono 50 euro, chi non li vorrebbe?

Allora Carla prese la banconota in mano, la strinse forte fino a farla diventare una piccola pallina.
Mostrando la pallina accartociata a Paolo gli chiese un'altra volta:
- E adesso, la vuoi ancora?
- Carla, non so cosa intendi con questo, però continuano ad essere 50 euro. Certo che le prenderò anche così se me le dai.
Carla spiegò la banconota, la gettò al suolo e la stropicciò ulteriormente con il piede, riprendendola quindi sporca e segnata.
- Continui a volerla?
- Ascolta Carla, continuo a non capire dove vuoi arrivare, rimane comunque una banconota da 50 euro e finchè non la rompi conserva il suo valore.

Paolo, devi sapere che anche se a volte qualcosa non esce come vuoi, anche se la vita ti piega o accartoccia, continui ad essere tanto importante come lo sei sempre stato. Quello che devi chiederti è quanto vali in realtà e non quanto puoi essere abbattuto in un particolare momento.

Carla mise il biglietto spiegazzato di fianco a lui, sul tavolo, e con un sorriso disse: Prendilo per ricordarti di questo momento quando ti sentirai male o per poterlo usare per il prossimo amico che ne abbia bisogno.


Nella vita possiamo incontrare molti ostacoli insormontabili, ma non dobbiamo mai dimenticarci chi siamo per tentare di reagire.
Non lasciamoci abbattere dalle discussioni inutili, da qualcuno che ci ha offesi, sminuiti o insultati.
Anche se chi hanno "stropicciati", noi valiamo comunque, e siamo sempre persone importanti, perchè la nostra vita è importante, la vita stessa è importante.
Non importa quante volte ci "accartocceranno", l'importante e rialzarsi, più forti di prima.

martedì 19 marzo 2013

Breve Racconto Zen



Chiede l’allievo al Maestro:
“Come faccio a sapere se ho raggiunto nella meditazione la concentrazione necessaria?”

Risponde il Maestro:
“Quando percepisci il suono di un applauso fatto con una mano sola”. 

sabato 9 marzo 2013

I segni Zodiacali - Allegoria



Era di mattina presto. Dio stava al cospetto dei suoi dodici figli e seminò in ognuno di loro un seme di vita umana.
Si avvicinarono a lui, uno ad uno, per ricevere i doni loro assegnati.

«A te, Ariete, io do il mio seme per primo, affinché tu abbia l’onore di deporlo in terra. Per ogni seme che pianterai ne raccoglierai a migliaia. Sarai il primo a penetrare nel terreno della mente umana con il Mio Pensiero, ma non è di tua competenza mantenerlo, né porti alcuna domanda in merito. La tua vita consiste nell’azione e l’unico tuo compito è di cominciare a rendere gli uomini coscienti della Mia Creazione. Per la buona riuscita della tua missione ti regalo la Stima di Te Stesso».
Tranquillo, l’Ariete tornò al proprio posto.

«A te, Toro, io do il potere di far fruttificare il seme. Il tuo lavoro è della massima importanza; richiede tutta la tua pazienza perché dovrai portare a termine ciò che è stato intrapreso, altrimenti vedrai i semi portati via dal vento. Non dovrai dubitare, né cambiare parere lungo il cammino, né dipendere dagli altri per il lavoro che ti assegno. Per questo Io ti dono la Forza. Usala con saggezza».
E il Toro tornò al proprio posto.

«A te, Gemelli, io do le domande senza risposta in modo che tu possa regalare agli uomini la comprensione reciproca. Tu non saprai mai perché loro parlino ed ascoltino, ma nella tua ricerca della risposta troverai il mio regalo: la Conoscenza».
E il Gemelli tornò al proprio posto.

«A te, Cancro, io affido il compito di insegnare le emozioni agli uomini. Ti chiedo di provocare il loro riso ed il loro pianto, affinché la loro vita ed i loro pensieri creino nel loro profondo la pienezza. Per questo ti regalo la Famiglia, perché la tua pienezza possa renderla prospera».
E il Cancro tornò al proprio posto.

«A te, Leone, io do il compito di mostrare agli occhi del mondo lo splendore della Mia Creazione. Devi però diffidare dell’orgoglio e sempre ricordare che si tratta della Mia Creazione, non della tua. Se lo dimenticherai, gli uomini ti disprezzeranno. Troverai grandi gioie nella missione che ti affido se la compirai alla perfezione. Per questo devi possedere il dono dell’Onore».
E il Leone tornò al proprio posto.

«A te, Vergine, io chiedo di giudicare ciò che l’uomo ha fatto della Mia Creazione. Devi esaminare il suo comportamento con molta attenzione e ricordargli i suoi errori affinché, tramite te, sia compiuta la Mia Creazione. Per questo io ti do la Purezza di Spirito».
E la Vergine tornò al proprio posto.

A te, Bilancia, io affido la missione di servire, affinché l’uomo sia attento ai propri doveri verso gli altri. Lui deve imparare tanto a cooperare quanto a riflettere sull’altro lato delle proprie azioni. Io ti porrò, ovunque regna la discordia. Per aiutarti nei tuoi sforzi, io ti regalo l’Amore».
E la Bilancia tornò al proprio posto.

«A te, Scorpione, io do un compito molto difficile. Tu avrai la capacità di conoscere l’anima umana, ma non ti permetto di parlare di ciò che imparerai. Sarai spesso triste nel vedere come sono realmente le cose e ciò che ti distoglierà da Me e ti farà dimenticare che non sono io la causa del tuo dolore ma la perversione e la distorsione che loro fanno del Mio Pensiero. Penetrerai l’anima umana così bene che finirai col vedere l’uomo come una bestia e nel tuo intimo lotterai così ferocemente contro questa bestialità che ti smarrirai. Ma quando tornerai da Me, Scorpione, serberò per te il dono supremo della Determinazione».
E lo Scorpione tornò al proprio posto.

«Sagittario, io ti chiedo di far ridere gli uomini perché la loro incomprensione del Mio Pensiero li rende amari. Grazie al riso, tu dovrai dar loro la speranza che li riporterà verso di Me. In questo modo tu toccherai numerosissime anime, pur solo per un istante, e ogni volta tu conoscerai l’inquietudine. A te, Sagittario, regalo l’Abbondanza infinita che potrai spargere fin negli angoli più bui per portarci la luce».
E il Sagittario tornò al proprio posto.

«Da te, Capricorno, io aspetto il sudore della tua fronte, perché dovrai insegnare agli uomini a lavorare. Il tuo compito non è facile perché sentirai pesare sulle tue spalle la fatica dell’uomo. Affinché tu possa sopportarne il fardello, io ripongo tra le tue mani la Responsabilità dell’uomo».
E il Capricorno tornò al proprio posto.

«A te, Acquario, io do il concetto del futuro perché l’uomo possa oltrepassare i propri limiti. Tu conoscerai il dolore della solitudine perché non ti autorizzo a personalizzare il Mio Amore. Ma per aprire gli occhi dell’uomo ad altre prospettive, io ti regalo la Libertà. Essa ti permetterà di continuare a servire l’umanità ogniqualvolta sarà necessario».
E l’Acquario tornò al proprio posto.

«A te, Pesci, io do il compito più difficile di tutti. Ti chiedo di prendere su di te ogni pena dell’uomo e di consegnarmela. Le tue lacrime dovranno diventare le Mie. La tristezza che tu assorbirai è il risultato della incomprensione dell’uomo verso il Mio Pensiero, ma dovrai usargli compassione affinché lui provi di nuovo. Per questo compito difficile, io ti regalo il dono più bello. Sarai l’unico Mio figlio a Comprendermi. Ma questo dono della comprensione è riservato a te solo, Pesci, perché se tu provassi a parteciparlo all’uomo, non vorrebbe ascoltarti».
E il Pesci tornò al proprio posto.

Allora Dio disse:
«Ognuno di voi possiede una parte del Mio Pensiero. Non dovrete sbagliare nella sua interpretazione né desiderare il dono dei vostri fratelli.
Ognuno di voi è perfetto, ma lo saprete solo quando sarete Uno.
Allora sarà rivelato ad ognuno di voi il mio Pensiero nella sua completezza».

Una volta lasciato a sé stesso, ogni figlio decise di mettere a buon frutto il dono ricevuto, ma nessuno dei dodici capì né il proprio dovere, né il proprio dono.
Quando molto imbarazzati tornarono da Dio, questi disse loro:
«Credete tutti che il dono dell’altro sia più prezioso del vostro. Vi permetto dunque di scambiarli».

E per un istante ogni figlio conobbe l’estasi prospettando tutte le possibilità della sua nuova missione.

Ma Dio sorrise e disse: «Tornerete da me parecchie volte per chiedermi di liberarvi dalla vostra missione e ogni volta esaudirò il vostro desiderio. Voi attraverserete un gran numero di incarnazioni prima di compiere la missione iniziale prescritta da me ad ognuno di voi. Vi concedo un tempo infinito per
assolverla, ma potrete stare con me solo quando ciò sarà compiuto». 


(M.Schulmann, Astrologia Karmica, vol.1)

venerdì 1 marzo 2013

Il Saggio e la Verità


Una volta, un imperatore sognò di aver perso tutti i denti.

Si svegliò spaventato e fece chiamare un saggio in grado di interpretare il suo sogno.
- "Signore, che disgrazia!" – esclamò il saggio - "Ciascuno dei denti caduti rappresenta la perdita di un famigliare caro a Vostra Maestà".
- "Ma che insolente!" – gridò l'imperatore - "Come si permette di dire tale fesseria?"

Chiamò le guardie ordinando loro di frustarlo.

Chiese in seguito che cercassero un'altro saggio.
L'altro saggio arrivò e disse:
- "Signore, vi attende una grande felicità! Il sogno rivela che lei vivrà più a lungo di tutti i suoi parenti".
Il volto dell'imperatore si illuminò.
Chiese che venissero consegnate cento monete d'oro a quel saggio.

Quando costui lasciò il palazzo, un suddito si avvicinò a quest'ultimo saggio e gli chiese:
- "Com'è possibile? L'interpretazione data da lei fu la stessa del suo collega prima di lei... Tuttavia lui prese delle frustate mentre lei ebbe delle monete d'oro!!"
- "Mio amico" – rispose il saggio - "Tutto dipende da come si vedono le cose... 

Questa è la grande sfida dell'umanità. Da ciò deriva la felicità o l'infelicità , la pace o la guerra.
La verità va sempre detta, non c'è alcun dubbio, ma il modo come la si dice... E' quello che fa la differenza.
La verità deve essere comparata ad una pietra preziosa. Se la rinfacciamo a qualcuno, può ferire, provocando rivolta. Ma se l'avvolgiamo in una delicata confezione e la offriamo con tenerezza, sarà sicuramente accettata con più felicità".